
Famiglie in difficoltà: e….i bambini?
by don Aurelio
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento significativo del tasso di separazione, che è raddoppiato, passando dall’11,3% al 23,5%. Dobbiamo aggiungere anche le separazioni delle convivenze di fatto.
Oggi, per molte giovani coppie, il matrimonio non è più inteso come una scelta definitiva, ma soltanto come il tentativo di organizzare una convivenza che, se non funzionerà, se non darà le gratificazioni sperate, verrà sciolta.
Quando la separazione avviene in un'atmosfera infuocata di reciproci rifiuti, di tensioni o di lotte costanti, di "scenate" improvvisate di fronte ai figli, è facile che questi possano vivere questa situazione conflittuale come un trauma. I figli non si possono usare e manipolare in funzione delle collisioni e delle collusioni di coppia.
Non si può portare avanti l’ostilità tra i coniugi usando i figli come messaggeri, alleati o spie. I figli non devono essere colpevolizzati per quanto succede nella coppia.
Molto dipende da come i coniugi vivono internamente la loro separazione. L’elemento preoccupante non è soltanto la separazione in sé, ma soprattutto il tipo e la qualità della relazione nella storia di queste coppie. Nelle separazioni conflittuali i bambini sono oggettivamente a rischio di danno evolutivo perché sono strumentalizzati ai fini della separazione dei genitori e della richiesta di risarcimento economico e psicologico che ne deriva.
Oggi circa un terzo della popolazione sposata o convivente si separa; nella nostra comunità ormai siamo avviati verso il 50%: cioè, su due coppie, una si separa. Coloro che ancora stanno insieme devono doverosamente interrogarsi sulla qualità del loro rapporto di coppia e della relazione genitoriale con i loro figli. Oggi c’è un abisso tra ciò che la Chiesa propone e il vissuto di tante coppie.
È largamente condiviso il riconoscimento che la famiglia sia il nucleo fondamentale della società e che il suo ruolo sia insostituibile per garantire lo sviluppo delle persone: ogni bambino, per crescere, ha bisogno di vivere il proprio nucleo familiare come punto di riferimento stabile in cui sentirsi protetto attraverso la relazione con l’adulto che svolge funzioni genitoriali.
Ogni famiglia possiede al proprio interno risorse importanti per il benessere di tutti. Non è la separazione in sé ad essere traumatizzante per i figli, quanto il protrarsi di un clima conflittuale.
Anche la nostra comunità è impegnata a dare attuazione concreta alle indicazioni contenute in “Amoris Laetitia” e vuol essere accogliente nei confronti delle coppie che non vivono in pienezza il matrimonio cristiano e invita le coppie in difficoltà a partecipare individualmente a un percorso di accompagnamento con i sacerdoti della parrocchia.
Papa Francesco è sempre stato molto chiaro: “I divorziati risposati non sono affatto scomunicati e non vanno trattati come tali; essi infatti fanno sempre parte della Chiesa”.
2025-05-04