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Suicidio degli adolescenti

by don Aurelio

Era il 10 settembre, giornata internazionale per la prevenzione del suicidio ed ho deciso di scrivere questo articoletto, pensando ai tanti giovani che ho accompagnato durante questi 53 anni di ministero parrocchiale; quante storie, quanti volti: ricordo i loro nomi… vorrei scrivergli, ma il loro diritto alla privacy me lo proibisce. Sono quasi 6000 le richieste di aiuto arrivate lo scorso anno a Telefono Amico Italia da chi era attraversato dal pensiero del suicidio. Rispetto al 2020 sono aumentate del 55% e del 28% per gli under 26. La pandemia ha aggravato drammaticamente questa situazione. Nel mondo sono 800.000: un suicidio ogni 40 secondi. Ogni anno 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita: uno ogni 11 minuti. Con la pandemia la preoccupazione per la salute mentale dei ragazzi è aumentata. Molti ragazzi hanno paura del futuro. Hanno scarsa progettualità e tanta preoccupazione per fatti negativi per sé e per i propri cari. La prevenzione dei suicidio riguarda tutti, quindi non soltanto la famiglia, la scuola e il tempo libero, ma anche una comunità parrocchiale. Questi i segnali : • Non riesce a seguire le attività scolastiche • Se non si applica nello sport ed è isolato ed emarginato rispetto agli amici • Ha problematiche somatiche • Fa uso di sostanze • Aumento del consumo di alcool….. Come intervenire ?

  1. Prima di tutto ascoltarli
  2. Accogliere con cautela i pensieri suicidi
  3. Non giudicare
  4. Prendere tempo per dialogare con empatia
  5. Coinvolgere gli operatori della salute mentale

Non ignorare la sofferenza psicologica dei ragazzi. La crisi adolescenziale e giovanile è una galassia molto complessa. Essenzialmente il problema non sono soltanto i social, ma l’esempio che si riceve dagli adulti. Certo che se un adolescente deve constatare che nessuno ha tempo per una relazione soddisfacente a livello umano con lui, vede che la madre sta sempre con le amiche su WhatsApp, la zia è impegnatissima a caccia di ‘mi piace’ su Instagram, il padre nel tempo libero gioca a ‘padel’, gli amici navigano su TikTok... Il suicidio è la punta dell’ ‘iceberg’ di una sofferenza sperimentata da molti adolescenti spesso in solitudine. Gli adolescenti non sono esagerati nella loro ricerca di ‘assoluto’ perché sono nel periodo della vita in cui possono assumere la capacità di creare, di immaginare il mondo, di vivere davvero le relazioni in profondità. Il suicidio non è un fenomeno marginale, ma è anzi un segno di una sofferenza che è molto più ampia. Non si tratta tanto di cercare le cause o di dare risposte risolutive, ma dovremmo invece cercare più relazioni, più vicinanza lasciando spazio all’iniziativa dei ragazzi. Dobbiamo saper proporre ai ragazzi spazi in cui abbiano responsabilità, esperienze che abbiano senso, gusto. Accompagnati dagli adulti i ragazzi incontrino presto le grandi esperienze della vita e della morte, della sofferenza e della passione per gli altri.


2023-11-29