
Credi nella resurrezione
by don Aurelio
Sembra che la resurrezione dei nostri corpi, sia la 'verità' più strana che la fede cristiana chiede di credere. Nelle ultime analisi sociologiche condotte sulla fede dei cattolici italiani risulta che, se la maggior parte della popolazione crede in Dio, neanche il 20% crede nella resurrezione.
La qualità cristiana della nostra fede deve interrogarci.
Quando poi si ascoltano i pensieri dei cristiani sull’aldilà, sovente si resta imbarazzati. Spesso parlano di reincarnazione, con il sogno di vivere altre vite.
Persino nell'induismo e nel buddismo, è bene ricordarlo, la reincarnazione significa una condanna e un fallimento.
In chiesa non se ne parla quasi mai: persino i Novissimi, cioè morte, giudizio, inferno e paradiso, sono per moltissimi oggi 'verità sconosciute'.
L’immagine del Cristo risorto nell’abside in presbiterio della nostra nuova chiesa ci ha spiazzati e non soltanto per la originalità teologica, per l’assemblamento di metalli così diversi, ma per il linguaggio artistico simbolico-iconico che dovrebbe invece aiutarci ad intuire il mistero del 'Kyrios - Risorto' umanamente indicibile.
Anche S.Paolo di fronte ai primi cristiani che provenivano dal mondo greco (con la mente confusa a causa dei dualismi platonici) asseriva con forza: 'Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede ...' (cfr.1 Cor.15,16).
La critica di chi non crede è feroce: il credere alla resurrezione sarebbe una forma di rassegnazione, una via per evadere dal duro mestiere di vivere, mettendo la speranza solo nell’aldilà.
Fin dal II° secolo avanti Cristo emerse la fede nella resurrezione dalla morte (cfr. Mac 7,9). Questa fede, derisa dai Sadducei, sarà anche la speranza di Gesù, che al ladro crocifisso promette: ‘Oggi con me sarai nel Paradiso’ (cfr Lc. 23,43).
Nella morte avviene un passaggio da questo mondo alla vita in Dio, vita in cui accadrà una trafigurazione come quella già avvenuta nel corpo stesso di Gesù, quando ‘il suo volto risplendette come il sole’ (cfr. Mt 17,2) e così alla fine del mondo ‘i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro‘ (cfr. Mt 13,43).
Gesù, seppellito nella tomba la vigilia di Pasqua, è stato richiamato alla vita eterna da Dio, alla destra del Padre, e la tomba in cui era stato deposto risultò vuota.
Quell’evento della resurrezione non fu la rianimazione di un corpo cadaverico, non fu un ritorno alla vita fisica, ora Gesù è ‘in Dio trasfigurato e glorificato’.
Purtroppo il linguaggio umano è insufficiente a descrivere il mistero della trasfigurazione di Cristo.
Per esprimere e raccontare la vita eterna, la Bibbia ricorre al linguaggio simbolico, evocativo, allusivo, iconico e poetico, linguaggio rispettoso del mistero.
Il paradiso è una parola di origine persiana che significa ‘ giardino’ e indica ‘shalom-pace’; il libro dell’Apocalisse propone diverse immagini (cfr. Ap. 17.7 e 21,2).
In ogni epoca si è cercata una rappresentazione dei beati e del paradiso, sovente contrapposta a quella dell’inferno: pensiamo al Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina.
Concludendo questa breve proposta di riflessione, vi invito ad aprire il Catechismo della Chiesa Cattolica, parte prima: la professione della fede cristiana, articolo 11: “Credo la resurrezione della carne”, dal n.988 al n.1019.
E’ mio desiderio dialogare con te personalmente sulle problematiche relative al tema della resurrezione. Se è anche tuo desiderio riflettere ancora sul tema della resurrezione, puoi telefonarmi a questo numero 3384403029, con l’augurio sincero di una serena e santa Pasqua.
2024-03-13