Cinismo al potere

by don Aurelio

Coloro che sono nati subito dopo la fine dell’ultima guerra mondiale hanno concluso ormai il loro impegno socio-politico. Altro che fantasia al potere… veramente defenestrata, con una gran voglia di fare presto e col massimo beneficio e interesse personale. Gli ideali? Non se ne vede traccia, la secolarizzazione ha fatto il deserto e l’etica acqua, dovunque.
Quei giovani degli anni settanta erano nei posti chiave, erano ben piazzati professionalmente, socialmente e politicamente: purtroppo avevano un evidente pragmatismo, senso degli affari, carrierismo e sfiducia verso lo Stato. La morale non è più un affare pubblico, cadute le grandi ideologie, l’etica pubblica è diventata un ostacolo nella politica, nella cultura, nell’economia e nella finanza. Al pragmatismo segue il realismo, il cinismo, la corruzione e il relativismo della morale. Dopo lo slogan 'vietato vietare' lautorità avrebbe dovuto aumentare nell’altro la sua capacità di essere e di divenire se stesso, tirando fuori (arte maieutica) i doni e le qualità di ognuno. Purtroppo gli abusi di potere sono spuntati all’orizzonte. Provvidenzialmente la società fu costretta a rinunciare almeno in parte a una serie di ipocrisie in un sistema che era incapace di dare risposte non deludenti. Gli anni ’60 sono stati gli anni del miracolo economico, della speranza del progresso democratico.
Quel tempo a lungo salutato come 'rivoluzione progressista', anche per le brillanti carriere che molti protagonisti di quella stagione hanno fatto, oggi appare come un momento di crisi dell’occidente, un evento storico per tanti aspetti 'cinico'. Diogene di Sinope si proponeva di contrastare le grandi illusioni dell’umanità, ovvero la ricerca della ricchezza, del potere, della fama.
Oggi il termine cinico indica quelle persone che non hanno riguardo per nessun sentimento e per nessun valore, incuranti degli altri. Il populismo di oggi nasce dall’incontro del cinismo dall’alto con quello dal basso, tipico di chi applaude, ma non pensa. Il cinismo oggi sarà certamente beffardo e malinconico, però ci difende dal pericoloso ottimismo dei falsi sognatori illusi, ‘più stupidi che profeti’. Quella dei social di oggi è una prospettiva cinica che deve fare i conti con momenti di scherno e con una desolazione di fondo molto diffusa.
Il cinismo nell’età contemporanea evidenzia il distacco e lo scherno dalle illusioni comuni. Forse è una forma di cinismo l’utilizzo dell’ironia come auto protezione per prevenire il disappunto. 'Quando è calpestato, un verme si raggomitola. E'prudente. In questo modo riduce la possibilità di essere calpestato di nuovo. E'il linguaggio della sopravvivenza'. (cfr. Nietzsche:Twilight of the idols.Penguin 1986). Spesso siamo tentati di rannicchiarci lontani dagli stivali infangati del mondo.


2024-05-31