Catechesi: il futuro è già presente

by don Aurelio

La catechesi dell'iniziazione cristiana per i ragazzi tra ieri, oggi e domani: a che punto siamo? La passione di catechista porta in sé cuore e spine, ma soprattutto amore per il vangelo, per la chiesa e per i ragazzi. Oggi stiamo vivendo un ‘cambio d’epoca’.
Negli anni sessanta la catechesi aveva il supporto educativo della famiglia, della scuola e della città: la gente era sociologicamente cristiana e bastava preparare i ragazzi ai sacramenti. Nel 2060 il catechismo sarà una scelta per conversione e per convinzione. Già la pandemia ha accelerato l’allontamento di chi veniva in chiesa per tradizione. La parrocchia del futuro dovrà passare da una pastorale di conservazione a una pastorale di conversione, curando le relazioni umane e formando alla speranza cristiana.
E oggi? Il cristianesimo è già una scelta e la parrocchia vive una situazione di transizione, senza perdere fiducia e speranza, ma seguendo lo Spirito che soffia dove vuole. Non fermiamoci al venerdì santo, ma teniamo gli occhi aperti sul mattino di Pasqua. La comunità deve diventare un grembo che genera alla fede attraverso i sacramenti, valorizzando la famiglia, aiutandola a ricominciare un nuovo percorso di fede.
La caduta della cristianità richiede un 'secondo-primo' annuncio: le situazioni della vita e della storia sono gioiose e faticose, ma sempre generative di una nuova esperienza cristiana attraverso l’esperienza di 'laboratori'. E’ importante la parrocchia per vivere la vicinanza alla vita quotidiana della gente.
Spesso chi se ne va dalla chiesa è in ricerca della fede: i giovani tentano di passare dalla spiritualità alla religione, gli adulti invece vanno dalla religione alla spiritualità. Molti se ne vanno perché non trovano ragioni per restare. Non si tratta di rinnovare le strategie e il metodo, ma sta cambiando un’epoca: gli adulti sono 'spaesati' ed è finito il cristianesimo sociale, cioè la trasmissione per osmosi della fede.
Come i giovani e gli adulti se ne vanno dalle nostre comunità e come vi restano? Cristo rimane sempre una figura eccezionale. Non accade così per la chiesa, sottoposta più facilmente a critiche. Alcune modalità del potere della chiesa con clericalismo e autoritarismo appaiono oggi profondamente obsolete e incoerenti. Bisogna distinguere potere e autorità nella chiesa. Gesù non aveva nessun potere istituzionale, ma godeva di una grande autorità e autorevolezza. La chiesa oggi è scelta come comunità di elezione, alla quale non si appartiene prevalentemente per territorio, ma per scelta.
Evangelizzare però non significa plagiare l’altro che non è un vuoto da riempire attraverso forti emozioni, non per guadagnarlo alla propria causa, ma per scoprire insieme il Risorto 'che ci precede in Galilea…..sempre'. Spesso la evangelizzazione è reciproca: si viene evangelizzati dagli stessi che si prova ad evangelizzare.
Nella comunità non soltanto accogliere l'altro, ma lasciarsi accogliere dall'altro, anche se lontani… Il messaggio cristiano deve appassionare anche per tutto ciò che è umano (cfr. i pellegrini di Emmaus in Luca 24,17). Bisogna superare il modello clericale: il parroco 'collo di bottiglia' . Per generare alla fede ci vuole un villaggio, non è più delegabile ai catechisti la generazione alla fede: l’intera comunità genera o non genera alla fede. Dalla catechesi 'per' dobbiamo passare alla catechesi 'con'.
La Parola diventi pane, i discorsi lascino spazio alla vita e il dialogo diventi testimonianza. Non ha senso il trionfalismo di ieri e nemmeno quello di oggi, cioè il cristianesimo senza croce (cfr, E.G. n.50), quando soltanto noi crediamo di avere in mano la verità. La 'hybris' = arroganza è l’eccesso in cui cade il superbo quando gode nell’umiliare l'altro più debole. Occorre evitare l'ambizione truccata da pietà di chi cerca la propria promozione, avendo scelto in precedenza il proprio cammino 'a modo suo'. Il non senso di chi festeggia anzitempo, di chi ama le statistiche, le astrazioni e le ideologie per confrontare i loro successi con chi è peggio di loro e così si continua a brillare di luce propria…(la luna diventa il sole…).


2024-05-08