Vangelo senza religione, ma non senza chiesa

by don Aurelio

Soprattutto i giovani oggi dicono di non essere religiosi, tuttavia assetati di spiritualità nella fedeltà al Vangelo. Il 52% crede in Dio, ma solo il 22% si dichiara religioso. Già nel Medio Evo e al tempo della Riforma, i mistici si dedicavano alla ricerca di Dio al di fuori dei percorsi tradizionali. Come passare dalla religione alla fede? Le religioni al mondo sono circa 50, mentre le fedi si riducono a tre (ebraismo, cristianesimo e islam). Le religioni sono invenzioni degli uomini (come ricerca dell’assoluto), la fede è iniziativa di Dio (è Dio che cerca l’uomo). Se l'uomo risponde a questa chiamata di Dio, la relazione che ne risulta prende il nome di 'fede'.
Propongo la lettura della recente inchiesta sulla religiosità in Italia oggi, pubblicata da Franco Garelli dal titolo Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio (il Mulino 2020). Forse oggi mancano gli atei autentici, per i quali non credere, alla Nietzsche, o anche seguire la via del male, alla Sartre, era pur sempre una scelta lacerante e sofferta (Card. G.Ravasi). Il futuro della chiesa starà nella capacità di intercettare le domande di senso. Oggi il rischio è che i giovani imparino a vivere senza Dio e senza la chiesa.
I nati dopo il 1980 circa si possono definire come 'generazione post-cristiana'. La religione rimane come un rumore di fondo (catechismo, oratorio, tradizioni, associazioni e movimenti). La religione, ma ancor più la fede, non incide oggi quasi per nulla sul processo di creazione della propria identità adulta di credente. Invece di parlare del vangelo, dobbiamo far parlare il Vangelo. Diceva Tertulliano: 'cristiani non si nasce, ma si diventa'.(Apologetico XVIII,5). I cristiani non ci sono ancora? Non ci saranno mai del tutto, perché il Vangelo di Cristo sarà sempre più avanti. Il vangelo è anticipo rispetto a noi, non ci sta alle spalle. Tutti siamo convinti della novità inconclusa del Vangelo. Il falso amante che non ha la pazienza di attendere il ritorno dell’amata, per cercare di scansare la sofferenza della mancanza dell’amata, evita la possibilità di un incontro che cambia la vita.
E' vero, in un’opera Sartre fa dire a un suo personaggio: 'Non strapparmi il mio peccato perché è il mio ultimo legame con l’Assoluto'. Spezzato questo legame, non rimane altro che un’infinita solitudine. Senza la chiesa il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori.
La nostra fede non è una dottrina astratta, ma una relazione vitale con Cristo nella chiesa. Possiamo incontrare Cristo e il suo Vangelo da oltre duemila anni nella chiesa. Non ha senso affermare 'credo in Dio' ma non nella chiesa. La chiesa svela e purtroppo talvolta nasconde Dio, ma rimane sempre segno e strumento dell’incontro con Dio, come leggiamo nella Costituzione conciliare Lumen gentium. Quindi possiamo dire di ‘non credere nella chiesa’, ma piuttosto di ‘credere la chiesa’, come professiamo nel Credo della Messa. A questo riguardo consiglio di leggere l’art. 9 (dal n. 748 al n. 750) del Catechismo della Chiesa cattolica.
Il Cristianesimo è una vita che si comunica, non soltanto una dottrina che si pratica e che forse dobbiamo ancora iniziare a prendere sul serio. Il primato è dell’evento cristiano che possiamo incontrare personalmente e storicamente, rispetto al ragionamento, alla dottrina e alla morale.


2024-07-27