Agli smarriti di cuore

by don Aurelio

'Dite agli smarriti di cuore: coraggio non temete...' (Is. 35,4). Le parole di Isaia sembrano scritte per il nostro tempo; ma forse sono state e saranno consone per ogni epoca. Per comprenderle occorre riservare qualche attenzione al termine 'cuore'. Cuore è una parola di uso metaforico molto diffuso, ma diverso e distante rispetto al linguaggio biblico. Popolarmente si ritiene che il cuore sia il luogo dei sentimenti, dell’amore prima di tutto, ma anche dell’odio, della gratitudine, ma anche del suo opposto. Questa precomprensione non aiuta a cogliere il senso biblico della parola 'cuore'. Il capitolo 35 di Isaia anticipa quanto sarà sviluppato in seguito: 'la gioia per la rifioritura del deserto'. In ebraico 'smarriti di cuore' si potrebbe tradurre anche 'precipitosi di mente'.
Lo smarrimento spesso deriva da una mente-coscienza troppo propensa a giungere subito alle conclusioni senza aver fatto prima la fatica di 'cercare' e di cogliere le possibilità nascoste. Si afferma 'tutto va male' senza avere il coraggio di mettersi seriamente a pensare. L’indagare e il pensare è fatica inevitabile (cfr. Qo 1,13). Non ci sono solo 'i cuori smarriti'. Ci sono anche i 'cuori spezzati' (cfr, salmo 34,19 e Isaia 61,1). Il cuore spezzato è antidoto allo smarrimento. Si è stanchi e oppressi (cfr. Mt 11,28).
Talvolta non si vedono i frutti del lavoro e davanti a noi si distendono coltri di nebbia, che invece di deserti prossimi a fiorire, forse nascondono baratri. Diceva Blaise Pascal: 'Il cuore smarrito e distratto cerca una illusoria via di uscita nel non pensare'. Precisamente B.Pascal nei Pensieri (n. 168) disse: 'Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza hanno deciso di non pensarci per rendersi felici'.
Ha scritto Jurgen Moltmann: 'Chi spera in Cristo non può più sopportare la situazione così com’è, ma comincia a soffrire sotto di essa, a contraddirla. Pace con Dio significa conflitto con il mondo, perchè il pungolo del futuro promesso trafigge inesorabilmente la carne di ogni presente incompiuto'.
A mutare il cuore non sono i fatti, ma i modi di interpretarli. Queste riflessioni prendono ispirazione da numerose letture di questi giorni, in modo particolare da un interessante articolo de ‘Il Regno’ - 15 gennaio 2023- e da un indimenticabile libretto del Card. Carlo Maria Martini: Che cosa dobbiamo fare: smarrimento e inquietudine dell’uomo contemporaneo , Piemme 2011. Per superare lo sconforto e la confusione occorre meditare le 'beatitudini e i cinque grandi discorsi' dell’evangelista Matteo.


2024-07-27