
Ciò che conta è pensare… anche con la pancia
by don Aurelio
L'intestino è il nostro secondo cervello… Quante volte abbiamo detto: 'Ci vuole un bello stomaco… bisogna avere fegato… è un sentimento viscerale…'.
Avere le farfalle nello stomaco… significa amare… essere in ansia.
Le donne hanno una rete di connessione maggiore tra l'emisfero destro, emozionale e quello sinistro, razionale.
Il nostro intestino contiene 100 milioni di neuroni e giustamente viene chiamato 'secondo cervello'. L’intestino produce più del 95% della serotonina impiegata anche nel cervello. Nei momenti di forte stress, preoccupazione e ansia l'intestino aiuta il cervello a ritrovare l’equilibrio e a gestire meglio le emozioni.
L'espressione 'sei quello che mangi' ha una base di verità.
Il vangelo ci presenta un ritratto molto umano di Gesù, capace di gioire e di piangere, di commuoversi e di arrabbiarsi, di indignarsi e di amare, di stupirsi e di sentire angoscia.
Nel vangelo di Marco c’è un verbo in greco σπλαγχνίζομαι «splonchnìzomai» che tradotto significa 'avere compassione' e indica a livello psicosomatico 'il movimento delle viscere', che nel mondo semitico sono considerate la sede dei sentimenti più profondi.
Ricordiamo l’incontro di Gesù con il lebbroso, con la folla prima della moltiplicazione dei pani, con il padre di un ragazzo posseduto da uno spirito muto… Nel vangelo di Matteo l'incontro con i due ciechi, in Luca l’incontro con la vedova di Nain.
Chiedo venia per questo passaggio pindarico dal sacro al profano per affermare che esiste una associazione tra 'flora intestinale e alcuni disturbi mentali', tanto che si parla di 'psicobiotici'.
Quando ci troviamo in situazioni di stress si moltiplicano i 'cortisoli' (ormoni dello stress), mentre nei depressi si può constatare una minore diversità di batteri.
La chiave per comprendere le problematiche di stress, ansia, tensione e buonumore… sta anche nella pancia.
I 'batteri microbiotici' comunicano tra loro per il nostro benessere, influenzano la nostra qualità di vita, i pensieri, le abitudini alimentari, il metabolismo, la mente attraverso il Sistema Nervoso Centrale.
Cervello e intestino sono collegati.
Brevemente ricordiamo anche la comunicazione intrauterina come tappa fondamentale per la costruzione del rapporto tra madre e figlio.
Anche lo stress prenatale della madre influisce sul feto.
C'è dunque un legame profondo tra madre e figlio durante la gravidanza, anche a livello emotivo, psicologico e biologico.
Per il feto il mondo interno e quello esterno interagiscono profondamente: tra madre e figlio c'è una simbiosi totale.
Il pensiero 'della testa e della pancia', che ora brevemente abbiamo accennato, è certamente una riflessione con un linguaggio poco scientifico e chiedo scusa a tutti coloro che hanno studiato seriamente queste problematiche psicosomatiche e in merito hanno una competenza professionale specifica.
Sono stato indotto a fare queste riflessioni perché la comunicazione oggi è spesso basata sull’emotività immediata ed è talvolta elaborata per andare diritta 'alla pancia'.
La comunicazione umana per queste ragioni non passa dal cervello e non raggiunge il cuore.
2024-06-27