Narcisi

by don Aurelio

Da tempo stiamo riflettendo sul narcisismo e recenti fatti di cronaca ci hanno riproposto questa metafora che rappresenta oggi uno stile di vita sempre più diffuso. Siamo tutti un po’ ‘narcisi’.
Il narcisismo ci costringe a confrontarci con domande scomode : Quanto valiamo ? Quanto ci importa del giudizio altrui? Ci sentiamo importanti? Siamo invidiosi? Usiamo gli altri per i nostri scopi? Li disprezziamo? Li seduciamo? Li temiamo ? Siamo gentili solo per ottenere approvazione? Forse in relazione a come siamo stati educati, siamo arroganti, incapaci di empatia, timidi, ansiosi riguardo al giudizio degli altri, vulnerabili alla critica ?...
Il narcisista si trova in un equilibrio instabile tra una sana autostima e una considerazione patologica di sé. Certamente condivide sempre una posizione egocentrica e senza considerazione per gli altri con fantasie di grandezza e sentimenti di invidia. Mentre il mito classico di Narciso parla di una persona che osserva il proprio riflesso nell’acqua, il narcisismo moderno guarda la percezione immaginaria di sé attraverso gli occhi degli altri. Il narcisista vive con un profondo dubbio sulla sua amabilità, cercando costantemente approvazione e adulazione, incapace di empatia, subdolo manipolatore degli altri, sordo nell’ascoltare gli altri, con sarcasmo e con mancanza di umorismo, con rabbia inspiegabile e con menzogna patologica, manipolatore della religione strumentalizzata come occhio di bue su di sé. Il narcisista tende a perdere il senso di comunità e spinge le persone a concentrarsi su di sé. Ricordo che negli anni ’70 quando studiavo scienze umane e soprattutto la psicologia alcuni colleghi ‘teologi ‘ mi guardavano con sospetto; oggi superficialmente fanno un largo uso della psicologia a parole, senza però conoscerne in profondità i contenuti, ma semplicemente per seguire i luoghi comuni di mode presenti anche nella chiesa.
Il dialogo tra teologi e psicologi oggi spesso avviene in un contesto di confusione interdisciplinare senza chiarezza epistemologica, tra identità narcisistiche. L’io è diventato il vero oggetto di venerazione, il benessere psico-spirituale il focus principale, la liturgia un atto di contemplazione di se stessi (attraverso un fai-da-te- liturgico) piuttosto che un incontro con Dio...
Si cerca solo ammirazione e lode, evitando le critiche talvolta giuste e giustificate. Si cerca visibilità per imporre un vuoto interiore, chiedendo insistentemente conferme non esplicitamente, ma per attese inconsce. Il culto dell’io ha portato alla negazione spesso inconscia del culto di Dio (non ci può essere un Dio, perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io…).
I social sono lo specchio dei narcisisti e il palcoscenico degli ipocriti. Il narcisista ti massacra e poi resta sconcertato della profondità del tuo dolore. Il narcisista non può avere contendenti… Il narcisista si ascolta sempre quando parla, non ha bisogno di ascoltatori (fa tutto da sé…) e per rendere più prolungato il piacere, la parola è titillata in bocca lungamente attraverso le papille gustative. Un ultimo consiglio: non pretendere mai riconoscenza… la gente è troppo impegnata ad ammirare se stessa, per accorgersi che esisti anche tu…


2024-01-09