Non c’è santo senza passato…

by don Aurelio

'La chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore, bisognosi del suo perdono' (Papa Francesco, udienza del 13 aprile 2016). Essere cristiani non ci rende impeccabili. Tuttavia un presente senza passato potrebbe significare un futuro senza speranza. Senza la memoria del passato non c’è progetto del futuro. La frase dello scrittore Primo Levi è ormai scolpita nella nostra memoria: 'non c’è futuro senza passato'. Viviamo in una società nella quale il pressapochismo, il qualunquismo e soprattutto l’egocentrismo fanno da padroni. Stigmatizzare il ricordo del passato fino al punto di ignorarlo, rappresenta un errore molto grave, poiché non esiste un futuro senza il passato. Non possiamo ripetere gli errori del passato. Una cultura della cancellazione, realizza in realtà la cancellazione della cultura. Il filosofo e scrittore spagnolo George Santayana nella sua opera monumentale: 'The Life of Reason, or the Phase of human', ha scritto: 'Coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo'. E’ la frase che potete leggere incisa in trenta lingue sul monumento nel campo di concentramento di Dachau. Talvolta comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Dice il Talmud che 'colui che salva una sola vita, salva il mondo intero'. E’ anche vero che coloro, che non studiano la storia, sono condannati a ripeterla. Non solo: 'Non chi non ricorda, ma chi non capisce il passato è condannato a ripeterlo' (Daniele Giglioli).
Una cultura egocentrica pone se stesso al centro di ogni esperienza sociale ed ecclesiale dimenticando la salvaguardia della buona reputazione e del rispetto, senza ma e senza se, verso gli altri. Secondo Piaget il linguaggio egocentrico è tipico dei bambini e verrà superato nella preadolescenza quando il ragazzo sarà in grado di porsi empaticamente dal punto di vista altrui. E durante l’età adulta?
Nella chiesa occorre superare l’egocentrismo ecclesiastico. Dopo la pandemia è urgente superare una crisi di credibilità molto seria. Senza tradimento occorre riscoprire il legame con le nostre radici delle tradizioni. Forse è opportuno rileggere il 'Saggio sul concetto di tradizione'(J. Ratzinger del 1963), 'Rivelazione e tradizione'di K.Rahner (2006), 'Tradizione e tradizioni'di Y.Congar del 1960 e il rapporto tra Scrittura, Magistero e Tradizione nella DEI VERBUM (n. 8 e 9) del 1965 Concilio Vaticano II.


2024-02-13