
Gesù: dalla Parola ai fatti
by don Aurelio
La mentalità di oggi contrappone la parola ai fatti e alle azioni. Non parole, ma fatti: questo è il criterio con cui giudichiamo la vita e la storia umana. Ovviamente se la parola non conta nulla, non è fondamentale mantenere la parola data, si può mentire, essere incoerenti e via così. Invece la parola è importante: se è una parola buona, una parola di benedizione (che non è un semplice augurio) produce felicità e una parola cattiva invece infelicità. Quando Salomone ascende al trono, chiede a Dio di saper ascoltare: l’ascolto è proporzionato all’importanza della parola. E’ stolto chi risponde prima di ascoltare (Pt. 18,13). Il termine ebraico con cui l’Antico Testamento indica la parola è ‘dabar’ e compare 1500 volte nella Bibbia. Il rapporto tra Dio e il suo popolo avviene mediante la parola. Gli strumenti di comunicazione sono i sogni, i sacerdoti, i profeti, i sapienti: la Bibbia è Parola di Dio che crea comunione. Anche nei Vangeli la Parola di Dio è autorevole ed efficace e va ascoltata e soprattutto vissuta, incarnata: “Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, può essere paragonato a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt. 7,24). Saremo giudicati sulle nostre parole: “Nel giorno del giudizio dovranno rendere conto delle loro parole” (Mt. 12,36). Le nostre parole sono finestre oppure muri? La parola è per metà di colui che parla e per metà di colui che ascolta. Le parole fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi (A. Manzoni). Ogni volta che le idee falliscono, gli uomini inventano le parole. Il Verbo (in greco Logos= Parola) che era presso Dio ed è Dio stesso, prende casa tra noi nella nostra umanità, nel Santo Natale. Rileggiamo il prologo del Vangelo di Giovanni: "In principio c’era Colui che è la Parola. In Lui è la Vita e la Vita è la Luce degli uomini”. Gesù nel Santo Natale è Parola per il nostro silenzio. I nostri silenzi umani spesso nascondono solitudini invincibili, ferite difficilmente rimarginabili. Le chiacchiere ci confondono, i rumori ci stordiscono, gli svaghi ci svuotano. La Parola di Dio ben descritta nel Prologo di San Giovanni non è una astrazione evanescente, ma è entrata nella storia con la nascita di una persona: Gesù Cristo, donando un senso cristiano a tutte le parole di speranza degli uomini, parole che possiamo leggere nel grande libro preparato dalle ragazze e dai ragazzi del nostro catechismo, parole che incarnano la Parola di Gesù nella vita, dalla Parola ai fatti, parole luminose che qualche volta si sono accese anche per noi. Gesù è personalmente e storicamente Luce per il nostro buio e Vita per la nostra sete di Vita.
BUON NATALE!
2023-12-18