Il dialogo come stile

by don Aurelio

Sto leggendo alcuni libri di Mons. Bruno Forte e vorrei condividere con voi alcune riflessioni sul dialogo. Personalmente ritengo che oggi dobbiamo constatare l’aumento di tensioni e di conflitti a livello familiare, sociale ed ecclesiale. Se 'dialogo’ vuol dire 'incontrarsi mediante la parola', dialogare è necessario per camminare insieme, sinodalmente. Papa Francesco sta chiamando la chiesa a questa 'metanoia- conversione'. E' importante riflettere sulla nostra capacità di dialogare con tutti, partendo dal dialogo con Dio nella preghiera.
Oggi c’è bisogno di dialogo:

  • Dopo la pandemia dovevamo diventare persone migliori, invece sono aumentate le violenze in famiglia, è peggiorata la socializzazione e il modo di relazionarci.
  • I conflitti al cuore dell'Europa e in Israele, generati dall’aggressione della Russia di Putin all'Ucraina e dall'attentato di Hamas in Palestina ne sono una conferma.
Dalla crisi non si uscirà se non insieme. Infatti dialoga soltanto chi crede nel bene comune da amare e servire. Il dialogo comporta l'uscita da sé, dalle ristrettezze del proprio punto di vista, per arrivare all'incontro con l'altro con impegno generoso e con sincero ascolto.
Il dialogo si oppone alla strategia e al tatticismo che invece sono strumenti per dominare l’altro o per usarlo ai propri fini. Ha la dignità del fine e non del mezzo. Il monologo vanifica l’incontro. Martin Buber (cfr. 'Il principio dialogico e altri saggi', S.Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2014), senza relazione e senza dialogo non vede un futuro per l’umanità. Dialogo non è irenismo o cedimento alla dittatura del più forte. Afferma S.Agostino (cfr. De cathechizandis rudibus 4,7): 'Non c’è invito più grande all’amore, che amare per primi'.
Senza dialogo la chiesa non potrà proporsi come 'icona della Trinità'. A 60 anni circa dal Concilio Vaticano II ricordo le parole profetiche di Giovanni XXIII nel discorso inaugurale dell’11 ottobre 1962 e l’enciclica di Paolo VI 'Ecclesiam suam' (6-8-1964,nn. 60-123).
Non c’è dialogo senza umiltà, senza ascolto, senza stupore, senza una lingua comune, senza silenzio, senza libertà, senza perdono reciproco, senza conoscenza reciproca, senza responsabilità, senza verità.


2024-04-29