Alla ricerca dell' essenziale

by don Aurelio

Leggiamo insieme il libro del Qohelet scritto da un anonimo saggio ebreo verso la metà del III secolo a.C. La realtà è un soffio, cioè effimera e assurda. Tutto è vanità. Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Il saggio che né di giorno né di notte dorme, è capace di discernere ciò che nella vita è transitorio e vuoto ed è veramente una sentinella critica della realtà.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium n. 64 condanna il pessimismo dei cristiani. Anche il Qoehlet condanna un falso ascetismo, vivendo le piccole gioie quotidiane come un dono (Qohelet 5,17), valorizzando giovinezza e vecchiaia (cfr. Qohelet 11,9). Per la nostra chiesa, che ha intrapreso il cammino sinodale per scoprire ciò che è essenziale, è urgente avviare una ricerca e un cammino di discernimento.
Discernere è una parola composta da ‘cernere’ (vedere chiaro, distinguere) e da ‘dis’ (tra). Per scegliere l’essenziale occorre ‘vedere chiaro’ tra diverse cose in gioco. Per questo risulta essenziale la pratica del discernimento ecclesiale da svolgersi in forma necessariamente sinodale, che coinvolga non solo gli attuali ‘quadri’ ecclesiali, ma la soggettività dell’intero popolo di Dio nell’articolazione di tutte le sue componenti.
La lettura attenta del Qohelet ci invita così ad apprendere il discernimento dell’essenziale, sia per la nostra vita quotidiana che per la nostra vita di fede, smascherando in particolare ogni umana pretesa di poter racchiudere Dio nei nostri schemi, più o meno tradizionali.
Il Qohelet propone un sano realismo e una onestà intellettuale attraverso una fede critica e matura che ci invita a saper accettare un Dio ben più grande di noi. Più che lo splendore della verità, suggerisce la fatica della ricerca. Il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale. ‘L’essenziale è invisibile agli occhi’ (Saint Exupery). L’essenziale si comprende nel silenzio e nella solitudine.


2024-08-31