
Parlare di niente
by don Aurelio
C'è gente che ama parlare di niente. E' l'unico argomento di cui sa tutto.
'Non dice nulla, ma lo afferma con grande autorevolezza'. Così, un giorno mi sussurrò con ironia un amico mentre ascoltavamo a una cerimonia ufficiale una personalità che stava infliggendoci con solennità un discorso di circostanza. Chi viaggia su mezzi pubblici rimane basito di fronte a quel flusso di chiacchiere vane e vacue, che vengono riversate in questo oggetto di culto del nostro tempo. Ricordiamo il famoso detto della tradizione ebraica: 'Il sapiente sa quel che dice, lo stupido dice quel che sa'.
Spesso oggi molti sanno dirsi soltanto niente, banalità, ovvietà,
superficialità e non di rado volgarità.
Ho attinto questi pensieri da Oscar Wilde e da Riccardo Bacchelli, che un giorno disse: 'Gli stupidi impressionano non foss’altro che per il numero'.
Non dimentichiamo che qualche schizzo di vacuità può raggiungere anche le nostre menti. Dobbiamo essere molto autocritici e ripetere con il salmista: 'Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua, metterò un morso alla mia bocca' (39,2).
Giunto ormai al crepuscolo della mia esistenza spesso mi ripeto questa preghiera: 'Vorrei avere occhi da fanciullo che non si stancano mai di cercare, di scoprire, di stupirsi, di sorridere. Chiedo al Signore il dono della pacatezza nel giudizio e della serenità nel vivere. Tienimi lontano, o Signore, dalla cupa serietà o dal grigiore di chi deve difendere una posizione di carriera, da quell’eccesso di buon senso che è paura e che impedisce il respiro libero, la ricerca lungo strade inesplorate, i viaggi nei grandi orizzonti della vita'.
Agli oltraggi dei prepotenti fa scudo la passione inerme di chi annuncia il Vangelo. Non dimentichiamo che la persecuzione ha tanti volti: rigetto violento, corretta indifferenza, tentativo di cattura di chi annuncia, per fini altri, dall’accoglienza del Vangelo. Dobbiamo invece resistere a insidie persuasive e opporci con mite fermezza alle aggressioni.
Oggi il rumore assordante, esteriore e interiore, ci rende superficiali,
vuoti, indifferenti a tutto, schiavi dell'effimero e non ci fa ascoltare il proprio vuoto.
S.Agostino ci ricorda: 'Non uscire da te stesso; dentro di te abita la verità.
Non sono pochi coloro che cominciano a sentirsi insoddisfatti e cercano spazi di silenzio, luoghi dove si può percepire la sapienza del raccoglimento, l'armonia dell'essenziale, la quiete dello spirito. In forza di questo silenzio le poche parole, giuste e profonde, invitano a una vita più piena e umana. In questo silenzio soli davanti a Dio si riesce a dialogare con le profondità del proprio essere, liberi dalle nostre inutili chiacchiere, dalle nostre menzogne e auto giustificazioni. Soltanto chi sa fare silenzio interiormente è accogliente verso tutti .Questo silenzio non è soltanto immersione nell'abisso misterioso di Dio, ma soprattutto dialogo con un Dio-Padre che ci offre il suo amore personale in Gesù Cristo.
Oggi parliamo troppo, quando ascoltiamo Dio? Non stiamo forse diventando dei ciechi che pretendono di guidare altri ciechi, sordi che pretendono di far sentire la Parola di Dio ad altri sordi?
2024-08-26